L’approccio EMDR

Metodo EMDR Firenze

L’approccio EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing)

Anche il nostro cervello, come il nostro corpo, è naturalmente predisposto ad un processo riparativo e di auto guarigione. In condizioni normali, tutte le esperienze che viviamo vengono elaborate dal cervello attraverso processi di problem solving, di collegamento con esperienze precedenti, di  costruzione di nuovi apprendimenti. L’elaborazione che la nostra mente compie anche degli eventi negativi della vita ci serve a trovare nuove soluzioni e a salvaguardare il nostro Sé. Le esperienze elaborate sono dunque alla base della salute mentale.

Quando però l’individuo si trova a subire eventi soverchianti le sue capacità elaborative ( per l’entità dell’evento o per l’età del soggetto), tutte le informazioni relative ad esso vengono immagazzinate nel cervello così come sono, appunto senza essere elaborate. Ciò significa che immagini, sensazioni, suoni, odori, emozioni, pensieri correlati a quell’esperienza rimangono bloccati in reti neuronali chiuse che, non entrando in relazione con le altre parti del cervello, non possono più essere elaborati. Questo materiale isolato e non integrato con le altre reti cerebrali è come se vivesse -  in genere nascosto -  per conto proprio ma pronto a riattivarsi, sotto forma di sintomi psichici, in situazioni che funzionano da innesco.

Questa ottica è l’assunto di base del modello A.I.P. ( Adaptive Information Processing di F. Shapiro) secondo il quale appunto tutti gli esseri umani sono dotati di un meccanismo fisiologico per elaborare e risolvere esperienze di vita disturbanti. Tale impostazione  si avvicina anche al pensiero dei terapeuti teorici dell’indirizzo umanistico (parte fondante della mia formazione), come Rogers  e Maslow, i quali hanno proprio posto l’accento sulla naturale capacità dell’uomo di andare verso l’autoguarigione, se posti semplicemente in condizioni facilitanti.
Inizialmente utilizzato solo per la cura del Disturbo Postraumatico da Stress (PTSD), il metodo E.M.D.R. in seguito ha visto sempre più ampliare il suo impiego anche a problematiche e patologie non riconducibili ai cosiddetti traumi veri e propri, anche perché il concetto di trauma si è modificato comprendendo due tipologie di esperienze: i traumi con la T maiuscola e i traumi con la t minuscola

I cosiddetti traumi con la T maiuscola sono  -  secondo la definizione del DSMV  - tutte quelle esperienze che implicano morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o minaccia all’integrità fisica propria e/o altrui. Eventi traumatici sono dunque aggressioni fisiche, maltrattamento o abuso fisico o sessuale, rapimenti, attacchi terroristici, torture, disastri naturali, incidenti, vissuti direttamente o ai quali si è assistito come testimoni.

A livello biochimico, durante il vissuto di un evento traumatico, nel cervello vengono rilasciate adrenalina e cortisolo (l’ormone dello stress) che, bloccando appunto il sistema innato di elaborazione, lasciano intrappolate le informazioni collegate al trauma in una rete neurale isolata rispetto alle altre.

Metodo EMDR Firenze

Dagli anni novanta gli strumenti di neuroimaging hanno cominciato a mostrare cosa accade effettivamente nel cervello delle persone traumatizzate, nelle quali pare che, dopo il trattamento con EMDR, si incrementi l’attivazione delle regioni corticali (quelle filogeneticamente più giovani) mentre decresce l’attivazione delle regioni limbiche (la parte più antica del telencefalo) e ciò a vantaggio dello sviluppo delle capacità cognitive più mature e adattive.

I traumi con la t minuscola invece  sono i cosiddetti traumi dell’attaccamento ( traumi psicologici), cioè quelle esperienze legate a relazioni interpersonali disfunzionali. In ragione di ciò il concetto di trauma si amplia a comprendere tutte le esperienze che incidono negativamente nella formazione di un individuo dando origine a depressione, ansia, fobie, disturbi del comportamento alimentare, disturbi di personalità,  ecc.

Il metodo EMDR –  che segue un protocollo in 8 fasi – dopo aver rintracciato i ricordi disturbanti correlabili alle sofferenze presenti, riattiva lo stato specifico ad essi collegato per portarne a compimento la processazione. La stimolazione bilaterale serve ad agevolare un processo complesso comprensivo di vari elementi, il quale consente di riagganciare i circuiti neuronali bloccati per ricollegarli all’intero sistema cerebrale. Ecco le fasi:

  • storia del disturbo attraverso l’individuazione dei triggers (gli eventi attuali scatenanti il disturbo) e degli eventi che sono all’origine del disturbo e che verranno poi condensati sotto forma di ricordi più significativi e dolorosi
  • preparazione del paziente, attraverso la spiegazione della metodologia che andremo ad applicare e di uno o più esercizi preparatori
  • assessment: attraverso una serie di domande si sceglie il ricordo su cui lavorare (si lavora su un ricordo alla volta) e si individuano la strada di accesso ad esso (in genere l’immagine peggiore), la cognizione negativa, la sensazione e l’emozione legate a questo target
  • desensibilizzazione: a questo punto attraverso la stimolazione bilaterale (movimenti oculari o tapping) si stimola la rete mnemonica (in modo da collegare il ricordo alle altre reti cerebrali e risolvere gli elementi disturbanti) mentre si chiede al paziente di focalizzarsi su tutti gli elementi del ricordo individuati
  • installazione: l’obiettivo di questa fase è quello di installare e rafforzare la cognizione positiva individuata
  • scansione corporea: ritornando al ricordo il paziente si concentra sulle varie parti del corpo per valutare se ci sono ancora segnali di tensione richiamando alla mente quell’evento. Se non ci sono l’elaborazione di quel  ricordo è terminata
  • chiusura: si ristabilisce l’equilibrio emotivo e/o si danno indicazioni se la seduta non è stata completata
  • rivalutazione: nelle sedute successive valutazione della stabilità dei risultati del lavoro effettuato

Molte ricerche scientifiche hanno dimostrato l’eccezionale efficacia di questo metodo per il trattamento dei Disturbo Post – traumatico da Stress, che si sviluppa quando l’individuo viene esposto o assiste a quanto descritto nell’elenco di seguito indicato. La risposta della persona all’evento comporta paura intensa, senso di impotenza o orrore. Il soggetto continua a rivivere l’evento traumatico (attraverso immagini, pensieri, sogni, ricordi ricorrenti ecc. ) e al tempo stesso cerca di evitare di pensarci e di  essere esposto a stimoli che possano riportarglielo alla mente. Inoltre è presente uno stato di iperattivazione e ipervigilanza e alterazioni della sfera cognitiva ed emotiva.  Il PTSD si sviluppa come conseguenza di uno o più eventi traumatici fisici o psicologici. Alcuni esempi degli accadimenti che possono determinare lo sviluppo di un PTSD sono:

  • esposizione diretta a disastri naturali
  • minacce di morte, guerre, torture
  • incidenti, rapine, aggressioni fisiche
  • prognosi infauste o malattie
  • lutto complicato o traumatico
  • abuso fisico e sessuale nell’infanzia
  • maltrattamento e/o trascuratezza nell’infanzia
  • bullismo
  • esperienza indiretta di eventi traumatici ripetuti o accaduti a familiari

Ma oggi il metodo EMDR viene utilizzato per moltissimi altri disturbi, dimostrando la sua efficacia per una vastissima gamma di problematiche, considerato che per ciascuna di esse esiste una storia di sofferenze e dunque una serie di ricordi da elaborare.

Dr.ssa Silvia Foschetti
Psicologo Psicoterapeuta Firenze

Ambiti di intervento

Disturbi d’ansia e attacchi di panico

(ansia generalizzata, fobia sociale, agorafobia, disturbo ossessivo - compulsivo)

Disturbi dell’umore

(depressione, distimia, disturbo bipolare)

Disturbi psicosomatici, somatoformi, ipocondria

Difficoltà in ambito affettivo, relazionale, sessuale, familiare, dipendenza affettiva

Crescita personale

(rafforzamento dell’autostima, comunicazione efficace, sviluppo del Sé, orientamento sessuale)

Problematiche esistenziali

(separazioni, lutti, stress scolastico e lavorativo, mobbing, cambiamenti di vita)

Disturbi alimentari

Disturbi di personalità

Attività

Consulenza psicologica

Psicoterapia

psicoterapia breve, individuale e di coppia

Laboratori di gruppo

(crescita personale, autostima, relazioni affettive)

Percorsi psicoeducativi individuali e di coppia